Museo Etnografico "Nunzio Bruno"
La civiltà contadina e artigianale degli Iblei
Alla fine degli anni ’50 un’inadatta pianificazione industriale non incentrata sullo sfruttamento delle risorse produttive e culturali autoctone induce i lavoratori a trovare sbocco in ciò che propone la volontà di politiche istituzionali che escludono il potenziamento dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo, fattori produttivi invece affini al raggiungimento di un pieno sviluppo socio economico delle nostre comunità.
Quindi l’esodo dalle campagne e la distruzione delle condizioni vitali sulle quali poggiava la nostra civiltà contadina portano alla morte dei mestieri tradizionali. Scompaiono dai paesi le botteghe dei carradori e dei falegnami e con esse gli odori di colla e legno che si respirava lungo le strade, cambiano i mezzi di locomozione e la moda di costruire bei portoni massicci per l’ingresso di palazzi storici e palazzotti liberty. Finiscono i ragazzi di poter vedere sprizzare scintille infuocate dalle fucine dei mastri ferrai, che realizzavano inferriate e anche quella parte del carretto tipico di scuola catanese che è considerata fra le più pregiate, (‘a cascia ‘i fusu). I telai, belli anche da vedere, non occupano spazi nelle case e la lavorazione di latta e terracotta non serve più perché ciotole, brocche e laterizi sono ormai di plastica, contenitori fatti di metalli sempre più consoni a contenere inalterati i cibi e comunque inizia l’avvento lei prodotti semilavorati di chiara produzione seriale. Ma nel contempo ci sono stati coloro che hanno intuito in tempo l’importanza di intraprendere un processo conservativo di oggetti e documenti appartenenti al modo di vivere degli ultimi due secoli, nell’intenzione di analizzare i segni dell’uomo di quei luoghi e di mantenerne intatto anche il “paesaggio naturale”con la istituzione di parecchie aree naturalistiche. Lavorare incessantemente per mantenere salda la identità storico-sociale, è questo il messaggio che contiene il grido accorato di gruppi di intellettuali volto a sensibilizzare i tanti appassionati di cultura siciliana, come il Maestro Nunzio Bruno, sensibile e poliedrico artista, al quale si deve il museo etnografico sorto a Floridia nel 2004.
A Lui si deve una preziosa raccolta di oggetti un tempo utilizzati nelle attività quotidiane e lavorative da contadini, pastori, abili artigiani e nella piccola industria. La struttura è composta da 8 sale espositive in cui sono esposti oggetti che appartengono ai vari cicli produttivi, arricchiti dalle collezioni di ceramica d’uso popolare, vecchi giocattoli, reperti litici e completate da attrezzi e utensili che fanno parte del frantoio e del palmento. Al centro di una delle sale il bel telaio, motivo d’orgoglio per tante donne e gli oggetti per la panificazione casalinga, attività settimanale dalla quale proveniva il pane di casa floridiano di fior di farina di grano duro. La “bottega del carradore”rappresentativa della storia del patrimonio conservato, raccoglie tutti gli attrezzi utili alla costruzione del carretto siciliano; il classico carretto dipinto, il carretto agricolo, il carretto dell’apicoltore e vari carrettini a mano. Molti sono i pezzi di pregio per la rarità, lo stato di conservazione e la completezza resa ad alcuni cicli, fra i quali un tornio per la lavorazione del legno del 1800, appartenuto al “mastru fa carretta” (maestro carradore) Don Salvatore Rizza. Il materiale raccolto proviene da diverse botteghe artigiane di Floridia e da generose donazioni di artigiani e contadini dei paesi limitrofi, come Solarino, Sortino, Canicattini Bagni, Avola, nonché dalla intuizione nel recupero. Alla fine del percorso espositivo dal curatore è stata ideata la bottega in cui veniva venduto di tutto, dalla farina alla pasta e legumi al lucido per le scarpe, agli aghi e filo, ai giocattoli e al petrolio…qualcosa di inimmaginabile per i giovani di oggi “figli dei supermercati all’americana”.
Il ruolo dei musei, pur mantenendo quello conservativo, si è evoluto assumendo un carattere comunicativo attraverso strumenti quali il progetto espositivo, le didascalie, visite guidate, pubblicazioni scientifiche e divulgativo-didattiche. Tali elementi hanno costituito la base per l’istituzione di un centro studi, denominato Centro Studi Sortino Antica, finalizzato allo studio e al restauro degli oggetti e alla organizzazione di laboratori didattici. Questi itinerari culturali saranno progettati ed erogati al fine di rendere più comprensibile e fruibile il nostro patrimonio e resi attraverso il “fare didatticamente”,pianificato allo scopo di diffondere tali conoscenze multidisciplinari ad un pubblico ampio e differenziato.
Il museo posto al centro del processo di apprendimento continuo insito nella società contemporanea è l’istituzione che crede fortemente sull’opera di promozione del territorio, attraverso la valorizzazione delle peculiarità ambientali, economiche e culturali, spesso solo in parte apprezzate.
PER INFORMAZIONI
tel. 0931-949301
ORARI DI APERTURA
Dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Sabato e domenica su prenotazione
TARIFFE BIGLIETTI
Intero €2,50
Ridotto € 1,50 per gruppi scolastici
Gruppi ogni 10 p. 1 gratuità
Guida in Italiano 30,00
Guida in Inglese 50,00
Per gruppi di minimo 10 persone, a richiesta, è disponibile una degustazione di pane, miele, olio e altri prodotti tipici locali.
Per saperne di più, consulta il sito:
http://www.museofloridia.it
Indirizzo:
Piazza Umbero I, 27 - 96014 Floridia (SR)
Coordinate: N
37.081967, E
15.152202