Canicattini Bagni
Un antico borgo dai deliziosi edifici liberty.
Estensione: 15 kmq
Abitanti: 7.510
Altitudine: 362 m. slm
CAP: 96010
Prefisso Telefonico: 0931
Etimologia
Il suo nome deriva dall'arabo Ayn-at-tin (Sorgente del fango); l'appositivo "Bagni" non indica la presenza di terme, ma l'appartenenza del territorio ai marchesi Danieli, signori del feudo di Bagni.
Descrizione Generale
Canicattini Bagni sorge sulle estreme propaggini dei monti Iblei a circa 20 km. ad Ovest di Siracusa, poco distante dal corso del fiume Cardinale. Oggi è un paese in grande espansione che mostra con orgoglio per le vie del centro i suoi deliziosi edifici liberty. L’origine del borgo è simile a quella di molti centri siciliani sorti nella stessa epoca. Ufficialmente Canicattini Bagni è fondata il 21 luglio 1682 dal barone Mario Daniele che chiese ed ottenne dai Viceré di Sicilia la concessione della licentia populandi, decreto che permetteva (dietro pagamento di grandi somme di denaro e con vantaggi indiscussi per i baroni dell’epoca) la fondazione ex-novo di borghi. In realtà Canicattini ha origini ben più lontane ed esisteva ancora prima di tale concessione. L’elemento acqua, presente in grande abbondanza in tutto il suo territorio, aveva infatti favorito sin dall’antichità la formazione di insediamenti rupestri le cui testimonianze più remote risalgono al paleolitico. Le numerose necropoli-bizantine, il villaggio di Contrada Cavasecche, ancora fiorente in epoca bizantina e l’esistenza di un “Casale Cannicattini” in epoca medievale testimoniano, inoltre, una continuità di utilizzazione del territorio e di insediamento umano che non si è mai interrotta. Alla dominazione araba sembra risalga l’origine del toponimo, anch’esso indissolubilmente legato all’acqua presente in abbondanza in queste terre. Secondo alcuni studiosi Canicattini sarebbe la trascrizione dall’arabo di Khanday at–in, ovvero il fossato del fango; secondo altri invece il toponimo deriverebbe dall’arabo Yhan o Ayn e dal latino neatinum o netinum cioè “fontana che scorre nel territorio di Noto”. A partire dal 1630 circa, grazie alla accorta politica del barone Girolamo Daniele s’incrementò la produttività e migliorarono le condizioni di vita nel feudo. A ciò fu dovuto il repentino incremento demografico e urbanistico con la costruzione di edifici di pubblica utilità (mulino, carceri, magazzini, chiese). Il successore di Girolamo, Mario Daniele, ufficializzò l’esistenza del borgo nel 1682 (con la suddetta licentia populandi) e lo chiamò Bagni Canicattini, denominazione che è rimasta uguale fino alla seconda metà dell’Ottocento quando inspiegabilmente i due nomi furono invertiti.
Produzioni tipiche
Canicattini Bagni, così come le altre città della zona centromeridionale della Provincia di Siracusa, è nota per la sua prelibata pasta casereccia di cui il formato principe è quello dei "Cavati" (o "Cavatieddi"), simile ai cavatelli pugliesi. Questo tipo di pasta (ottenuta impastando farina di grano duro e acqua salata), dopo esser stata lasciata a seccare al sole o in un luogo asciutto, viene cucinata e condita con un ghiotto sugo a base di carne o salsicce di maiale.
Canicattini Bagni è una città circondata da alberi d'olivo da cui si ottengono fragranti olive da tavola o da olio. Le olive da tavola si presentano piuttosto succose e vengono conservate sotto olio extravergine d'oliva (di cui parleremo dopo) ed insaporite con ortaggi o aromi vari. Dalle olive da olio invece si ottiene un extravergine piuttosto puro (a seconda della sua centrifugazione) dal sapore molto robusto che si appresta a condire diversi tipi di alimenti (carni, pesci e verdure) ma la fragranza di quest'olio va gustata su bruschette e pane tostato.
Vi sono molte fattorie in cui vengono allevati ovini e bovini il cui latte viene utilizzato per ottenere gustosi formaggi e latticini. Tra i formaggi bovini citiamo i Caciovcavalli e le Provole; tra queli ovini citiamo il Pecorino (fresco e stagionato) ma soprattutto la Ricotta e la "Tuma".
Gastronomia
I piatti di Canicattini, molto legati alle tradizioni e alle festività del luogo, sono caratterizzati da una cucina contadina, povera e genuina.
Tra i diversi piatti tipici, si possono degustare: I taccuna, i maccheroni di casa, i lasagnula con pallottine, una lasagna impastata con uovo, cotta nel brodo di gallina, assieme a polpettine di carne, la scilla, una versione locale, quasi simile alla polenta, ma preparata con farina di grano duro in brodo di broccoletti, le trote alla stimpirata e la salsiccia ai broccoletti. Tra le verdure, sono da assaggiare: l’asparago selvatico cucinato o con le uova o con il riso, i carciofi ripieni, i peperoni arrostiti, le fave a riminella, servite al dente con olio d’oliva, sale ed origano. Tra le impanate troviamo: le impanate c’aiti, con i broccoletti, con cipolle e patate, el’nfigghiulata, una specie di rotolo di pasta, farcito con verdure locali.
Per ultime le focacce e pizze: U scacciuni e u cudduruni. Ma non è finita, i dolci degni di nota sono: u firignuocculu, un dolce simile alle chiacchere, i biscottti all’anice, le cassatele di ricotta, tipico dolce di Pasqua, e le crespelle al vino cotto, che insieme alla pagnuccata e alla giuggiulena, rappresentano i dolci di Natale.
Cava Cardinale Un'area incantevole degli altopiani iblei. |
TEMPO Museo dei sensi, del Tessuto, dell'Emigrante e della Medicina POpolare. Per rivivere le testimonianze del passato contadino canicattinese. |
Ponte S'Alfano Costruzione settecentesca ad una sola arcata realizzata sfruttando la pietra locale. |
Area Camper "Contrada Palombara" una sosta piacevole e rilassante immersa nel verde |